Farfalle a rischio

Da tempo si assiste, ormai, in molte parti del mondo, a un evidente processo di rarefazione dei Lepidotteri, culminato in certi casi con l'estinzione di alcune specie. Le cause di questo fenomeno sono diverse, ma tutte legate all'azione dell'uomo.
Silenziosi ma privilegiati testimoni del degrado che da decenni sta interessando il nostro pianeta, le farfalle rivelano il problema della crisi degli equilibri ambientali in tutta la sua urgenza.
L’uso di insetticidi, alcune tecniche agricole, contribuiscono infatti in maniera considerevole a distruggere un habitat che milioni di anni fa raggiunse le condizioni tali da permettere alle 160 mila specie di farfalle di tutto il mondo di diffondersi e popolare vaste aree del nostro pianeta.
Ancora una volta la pretesa umana di dominare la natura si è rivelata fatale per l’ambiente. Naturalisti ed entomologi sono concordi nell’affermare che dove ci sono farfalle la vita è migliore anche per l’uomo. A mettere a repentaglio le sorti delle farfalle sono soprattutto le sostanze chimiche immesse in natura, come i già citati insetticidi e, in generale, gli scarichi industriali, i rifiuti provenienti dalle centrali elettriche e gli impianti di riscaldamento, tutti fattori che concorrono, favorendo la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, ad aggravare il fenomeno dell’effetto serra, con il conseguente innalzamento della temperatura
dell’intero pianeta e tutta una serie di fenomeni catastrofici che si ripercuotono sulla qualità della nostra salute.
Cosa potremmo fare per combattere questo processo di degrado ambientale? Possiamo partire per esempio dal rispetto per la natura negli spazi in cui viviamo, evitando di depositare i rifiuti per strada in maniera irresponsabile ed evitando di usare prodotti che rilasciano gas inquinanti nell’aria.
Oggi alcune organizzazioni protezionistiche raccomandano perfino che di alcune specie sia vietata la raccolta. Infatti, se alla fine del secolo scorso, quando il collezionismo di farfalle conobbe il suo periodo d'oro, l'attivitò dei raccoglitori veniva considerata innocua per la sopravvivenza delle specie, oggi perfino il raccogliere alcuni esemplari di specie rare può spostare l'ago della bilancia in direzione dell'estinzione.
Due esempi di farfalle che rischiano l'estinzione: Lycaena dispar (a sinistra) per la bonifca delle zone umide e Parnassius apollo (a destra) per il turismo nelle zone montuose.
Il "caso" dei Parnassini. Da sempre il genere Parnassius, comprendente specie dal notevole interesse scientifico oltre che belle per le colorazioni, ha attirato le simpatie dei collezionisti.
Così, intorno a questi particolari Lepidotteri non si sono concentrate solo migliaia di pubblicazioni e analisi sistematiche, ma è nato anche una sorta di mercato nero.
Già negli anni '70, come ricorda Antonio Karabatsos in un articolo pubblicato sul sito insetti.altervista.org il problema della cattura e della protezione dei Parnassius è diventato molto forte, in quanto si iniziò ad assistere al declino delle popolazioni di Parnassius apollo dell'Europa centrale, anche se è bene sottolineare come in questo caso, più che per il collezionismo, la rarefazione è stata causata da fenomeni come la distruzione degli habitat, i mutamenti climatici e le piogge acide (cfr. Gogstad, G.O., Acid rain and the disappearance of the Apollo butterfly form the coastal area in Norway, Norw. J. Entomol. 47, 25-28 - 2000).
L'introduzione della specie nelle liste CITES ne ha aumentato l'appetibilità ed il prezzo, effetto collaterale spesso inevitabile per le "flagship species", ovvero quelle specie caratterizzate da un alto valore estetico che sono spesso oggetto di scambio.


Fonti e bibliografia:
- Foto della Lycaena dispar tratta da Wikipedia
- Testi tratti dall'articolo "Parliamo di... Parnassius" pubblicato su insetti.altervista.org

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