Armi per sopravvivere: il mimetismo

Delicati e privi di difesa come sono, per sopravvivere i Lepidotteri mettono in atto sistemi di difesa tesi a sfruttare proprio il loro aspetto, in particolare i colori delle loro ali. Solitamente, infatti, la colorazione particolare delle ali delle farfalla è giustificata dal compito che esse hanno di mettere l'insetto al riparo da pericoli, mimetizzandolo o facendo da segnale di avvertimento della velenosità della specie nei confronti dei predatori.Il fenomeno del mimetismo può consistere nella capacità del lepidottero di confondersi con l'ambiente circostante in modo da risultare irriconoscibile, oppure nel tentativo di assomigliare ad altre specie di farfalle (di cui i predatori conoscono la velenosità) o insetti.
Una particolare forma di imitazione è il mimetismo batesiano, consistente nel fatto che una specie non comune, non protetta e commestibile per i predatori ne imita un'altra comune, protetta (per esempio grazie al cattivo odore emesso, al sapore disgustoso se mangiata dai predatori oppure grazie alla colorazione vivace utilizzata come "segnale" della velenosità della specie) e non commestibile, occupante il suo stesso ambiente. Ricordandosi delle disgustose esperienze fatte su una specie incommestibile, i predatori si astengono anche dall'attaccare le specie che esteticamente si presentano quasi identiche, pur essendo in realtà commestibili. Un esempio di mimetismo batesiano è rappresentato dal tentativo del ninfalide Limenitis archippus, commestibile, di assomigliare al velenoso Danaus plexippus (farfalla Monarca).
Simile al batesiano, e appartenente anch'esso alla categoria dei mimetismi detti di tipo fanerico, è il mimetismo mulleriano. Questo fenomeno si verifica quando due specie comuni ed entrambie protette si assomigliano reciprocamente. Una sorta di mutua difesa contro i predatori, di cui il classico esempio è rappresentato dai due ninfalidi Heliconius melpomene ed Helicomius erato, entrambi inappetibili e simili nella colorazione.
Al mimetismo fanerico se ne contrappone un altro, consistente nell'imitazione, da parte dei Lepidotteri, di foglie o altri elementi dell'ambiente circostante, attraverso la riproduzione della forma o del colore di questi ultimi. In questo modo, la farfalla passa inosservata agli occhi dei predatori. Un classico esempio è rappresentato dalla farfalla asiatica Kallima inachus (nella foto all'inizio del post), un ninfalide che ad ali aperte presenta una colorazione con tinte molto vivaci, ma che, avvertito un pericolo, chiude le ali immediatamente, mostrando la colorazione del lato inferiore in tutto identica a quella di una foglia secca, compresa la forma e la venatura.
L'adattamento di Biston betularia, un caso storico - Per concludere, un ultimo tipo di adattamento all'ambiente, anche se distante dai fenomeni trattati, è quello che riguarda la falena Biston betularia (Geometridae). Secondo il prof. E.B. Ford di Oxford questa specie rappresenta il più notevole esempio di evoluzione che sia mai stato rilevato in un organismo vivente. Infatti, sebbene la livrea di questo lepidottero sia solitamente bianca puntinata di macchie scure, in grado di mimetizzare la farfalla sui licheni dei tronchi, a partire soprattutto dal secolo scorso cominciò a diffondersi in maniera considerevole una forma melanica, il cui adattamento all'ambiente circostante fu favorito dall'accrescersi dei centri industriali e dal conseguente aumento dello smog, che scurirono i tronchi degli alberi. Ad ogni modo, è bene sottolineare che gli studi su questo fenomeno sono tuttora in fase di accertamento

Bibliografia:
- P. Passerin d'Entrèves e Mario Zunino, "La vita segreta degli Insetti", Istituto geografico De Agostini (Novara), 1975
- Foto: Kallima inachus (Nymphalidae) tratta da magicoflife.org
- Immagini tratte da unife.it

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